Tasso di risposta negli ultimi anni
Gli anni precedenti hanno rappresentato una “età d’oro” per i sondaggi d’opinione.
Le persone erano in generale più propense a rispondere ai questionari proposti e tassi di risposta superiori al 70% non erano inusuali.
Negli ultimi anni la partecipazione generale ai sondaggi è molto minore.
Uno studio (Presser and McCulloch 2011) ha dimostrato la correlazione tra l’enorme aumento dell’uso dei sondaggi negli ultimi anni e il corrispondente declino nei tassi si risposta.
Inoltre la fiducia generale nelle istituzioni (statali, governative ecc) è precipitosamente decaduta negli anni recenti, contribuendo a diffidare dalle proposte e a declinare sempre più i sondaggi.
Tasso di risposta soggettivo
Soggettivamente, nel prendere una decisione, calcoliamo il rapporto guadagno-costo.
Con questi termini è inteso tutto ciò che è classificabile come guadagno dal rispondente (la possibilità di far contare la propria opinione, di ricevere un incentivo monetario…) o come costo (perdita di tempo ecc).
Da recenti studi si evince che i motivi più frequenti che portano ad accettare un sondaggio sono altruistici (contribuire agli obiettivi della ricerca), egoistici (riscattare l’incentivo al termine della compilazione) o caratteristici del sondaggio (interesse riguardo l’argomento trattato, volontà di esprimere e far valere la propria opinione).
Al contrario, i motivi che portano a rifiutare un sondaggio sono lo scarso interesse verso l’argomento trattato, la mancanza di tempo, la presenza di un incentivo non commisurato all’impegno e motivi di privacy (timore che l’opinione personale espressa potesse essere in qualche modo divulgata).
Analisi
Al fine di ottenere tassi di risposta maggiori, è possibile manipolare sperimentalmente i benefici e i costi di un questionario.
La più grande variazione nel tasso di risposta si ottiene aumentando il guadagno o il beneficio del rispondente, più che da variazioni nel costo.
L’argomento del questionario e l’interesse personale alle domande hanno un grande effetto sul tasso di partecipazione. In generale i rispondenti sono più propensi a partecipare a questionari riguardanti il lavoro,gli hobby o il tempo libero che a sondaggi riguardo il sesso, il denaro o il reddito. Argomenti “sensibili” aumentano la percezione del “costo” di un sondaggio.
Infine, in particolari questionari dove la compilazione risulta obbligatoria o concordata con il soggetto, l’avvertimento delle penalità in cui si può incorrere in caso di mancata compilazione e ritorno del questionario influenzano enormemente il tasso di risposta, in misura addirittura maggiore che aumentando il “guadagno”.
Conclusione
Aumentare i benefici o diminuire i costi di una particolare indagine e misurare le variazioni nel tasso di risposta in test precedente all’avvio dell’indagine, compiuto su un minor numero di rispondenti implica costi maggiori, ma porta a tassi di risposta più elevati. Ciò è particolarmente efficace se l’indagine ha come primaria importanza l’ottimizzazione del tasso di risposta.
Autori:
Eleanor Singer